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Venezia e il Levante mediterraneo

Fin dalle origini, e durante tutto lo sviluppo delle sue vicende storiche, Venezia ebbe un rapporto molto forte con le terre e le culture del Mediterraneo orientale, dapprima per il legame con Bisanzio, poi grazie all'espandersi di una sua effettiva presenza, sempre più rilevante, attraverso i domini d'oltremare e i traffici commerciali.
Per queste ragioni Venezia divenne uno dei principali centri di studio e di diffusione della cultura greca in Occidente; a suscitare un rinnovato interesse non furono soltanto la lingua e la letteratura, in auge soprattutto con il fiorire dell'Umanesimo, ma anche le testimonianze che oggi diremmo 'archeologiche', ovvero quelle memorie dell'antichità disseminate capillarmente in tutto il mondo ellenico e per secoli trascurate.
Ben presto cominciarono ad approdare in Laguna sculture e oggetti artistici di immenso pregio. Si verificarono alcuni casi straordinari, ben esemplificati dal Leone bronzeo, o dai bottini costantinopolitani della IV Crociata - come gli splendidi Cavalli di San Marco - o ancora dai preziosissimi manufatti confluiti nel Tesoro marciano: l'importanza anche simbolica di queste acquisizioni è confermata dalla loro destinazione, a segnare luoghi e aspetti nevralgici 'di rappresentanza' della Repubblica.
Insieme a questi episodi macroscopici, di notevole impatto e di grande risonanza, si registra un meno vistoso, ma abbastanza frequente e tutt'altro che marginale flusso di materiali dal Levante ellenico. Si tratta per lo più di sculture, statue, o parti di esse, come anche rilievi, votivi o funerari, iscrizioni e frammenti di decorazioni architettoniche; spesso le navi mercantili veneziane, una volta giunte nei porti d'Oriente, caricavano nelle stive marmi antichi, per stabilizzare le imbarcazioni: una zavorra molto preziosa, non soltanto per il significato estetico, storico e culturale, ma pure per il valore commerciale che le opere d'arte antica assunsero grazie al fenomeno del collezionismo privato, in continua crescita, soprattutto a partire dall'età del Rinascimento.

Sculture greche di età classica. Venezia, Museo Archeologico Nazionale

Sculture greche di età classica. Venezia, Museo Archeologico Nazionale
(foto Archeoveneto © Regione del Veneto, su concessione del MiBAC, Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Veneziano)

 

Proprio il fenomeno del collezionismo, e in particolare il patrimonio della famiglia patrizia dei Grimani, è all'origine di una ricchissima raccolta pubblica di marmi antichi e rinascimentali, che assegna a Venezia un importante primato culturale, accompagnando la storia della Serenissima dalla fine del Cinquecento al momento della caduta.
Già nel 1523 il cardinale Domenico Grimani aveva disposto per testamento il lascito alla Repubblica delle sue magnifiche sculture; anche il nipote di Domenico, Giovanni Grimani, Patriarca di Aquileia, che possedeva pezzi di varia provenienza, alcuni fra i quali - pregevolissime statue votive, rilievi e stele funerarie - giunti dai territori del Mediterraneo orientale, dall'Attica, dal Peloponneso e dalle isole, prima fra tutte Creta, offrì in dono nel 1586 gran parte della sua collezione di sculture alla Repubblica, a patto che le statue fossero esposte in luogo pubblico.
La scelta della sede cadde sull'Antisala della Libreria Marciana, un ambiente quadrangolare al piano superiore dell'edificio sansoviniano. Nasceva così lo Statuario Pubblico, che, in seguito arricchitosi anche di altri nuclei, provenienti soprattutto dalle famiglie Contarini, Mocenigo e Zulian, tanto avrebbe illustrato la fama e lo splendore di Venezia negli ultimi secoli della Serenissima.
L'ambiente fu in seguito smantellato, ma accurate ed eleganti rappresentazioni grafiche settecentesche, dovute ad Anton Maria Zanetti il Giovane, ci restituiscono l'aspetto delle quattro pareti dello Statuario, due delle quali sono state oggetto di un vero e proprio 'riallestimento filologico', realizzato nel 1997 in occasione di un'esposizione temporanea, e poi in gran parte rimasto, offerto all'ammirazione di tutti i visitatori che accedono alle sale storiche del Museo Archeologico Nazionale e della Biblioteca Nazionale Marciana.
Dello Statuario, come anche della Tribuna di Palazzo Grimani, dove i marmi erano allestiti prima della donazione di Giovanni, sono ora disponibili accurate ricostruzioni 'virtuali', realizzate mediante tecnologia digitale, a cura della Regione del Veneto, con il sostegno finanziario dell'Unione Europea, nell'ambito del progetto Meraviglie di Venezia: www.meravigliedivenezia.it.